In questa intervista abbiamo il piacere di parlare con Martina Tognon, per esplorare il suo percorso nel mondo della scrittura e approfondire la sua ricca carriera letteraria. Inoltre, Martina Tognon ha pubblicato la sua ultima opera dal nome, “La Fata del Faro ”, di cui sotto vi invitiamo a scoprire di cosa si tratta.
Può raccontarci qualcosa di sé e della sua carriera di autore?
Sono una normale “diversamente giovane” di provincia con una passione sfrenata per le storie.
Ho iniziato a raccontarle, quando ancora non sapevo scrivere, poi ad annotarle su quaderni e blocchi. Dopo l’arrivo dei primi computer son passata ai floppy disk e ora al cloud. Pubblicare è stato complicato per me, ci sono arrivata grazie a un caro amico con il quale condivido una passione, Star Trek. Ci siamo conosciuti partecipando a un progetto di scrittura creativa (tuttora esistente
Se ho deciso di pubblicare i miei scritti è solo merito (o colpa) di questo amico carissimo. Da quel momento non mi sono più fermata. La cosa divertente è che nella vita ho scelto tutt’altro mestiere. Infatti sono un Perito Industriale Capotecnico spec. Informatica. C’entra davvero poco con i romance e i fantasy, ma forse qualche punto di contatto con la SCI-FI può esserci.
Quali sono i temi che affronta nelle sue opere?
Ci sono tre tratti distintivi che cerco di inserire sempre in ogni libro perché li reputo importantissimi. Tanto nei romance che nei due SCI-FI (parte di una trilogia che prometto da due anni di concludere) alla fine si può trovare un profondo senso di famiglia.
Io sono parte di una di quelle famiglie che oggi si definiscono allargate. Io e mio fratello abbiamo la stessa mamma, ma due padri diversi. Le mie esperienze personali mi hanno portato a comprendere che davvero la famiglia non è quella di sangue, ma quella che ci costruiamo noi. Qualcuno direbbe che io ho un fratellastro. Io dico che un fratello.
Altro punto sono i miei personaggi femminili. Anche nei romance sono molto poco rispondenti al canone della donzella da salvare. A volte sono l’esatto opposto. Per lo più cerco sempre di descrivere rapporti che nascono e si sviluppano in modo paritario.
Per concludere spesso tratto temi non semplici. Un personaggio principale con una importante disabilità, un altro con un passato da bambino abusato o vittima di perdite importanti nella propria vita. Cerco sempre il riscatto. Voglio il riscatto e il lieto fine, perché il mondo ne ha bisogno. Questo è quello che do a chi mi vuole leggere. Non una storia tutta rose e fiori, ma un percorso di vita accidentato che può portare comunque a conquistare (riconquistare) la serenità necessaria per avere un’esistenza piena.
Qual è il processo di scrittura che segue?
Raramente parto immaginando la trama da sveglia, e non scherzo. La quasi totalità delle idee mi vengono di notte, mentre la mente divaga. Con una importante eccezione. L’eccezione è uno dei miei romance MM (male to male), la cui idea mi è esplosa nel cervello mentre stavo in coda alle poste. Notevole.
Per di più non è nato come un romance, o come un MM… è nato come una serie di appunti: A e B vanno a un appuntamento al buio. A vuole rivedere B che non vuole. Per qualche motivo finisce che decidono di vedersi 12 volte. Primo appuntamento A vuole B no. Secondo appuntamento B vuole e A no. (Cambiamo idea ogni volta). Assurdo come da lì sia nato il romance: 24 (+1) appuntamenti a Shanghai. Il passaggio da 12 a 24 non è stata colpa mia, ma di un’amica che vive a Shanghai e alla mia richiesta di suggerirmi dodici location me ne ha date quasi una trentina!
Una volta decisa la trama tratteggio i personaggi principali, poi preparo una scaletta della storia e a seguire dei capitoli. Nove volte su dieci i capitoli aumentano o diminuiscono e la scaletta va a farsi benedire, ma è importantissimo averla. Aiuta a capire dove si vuole andare a parare e anche, se necessario, a cambiare direzione.
Quali sono le difficoltà che incontra nel suo lavoro?
Far accettare delle storie che non siano “di moda”. Ultimamente c’è in ogni cosa un certo livellamento ed è difficile fare qualcosa di diverso. Personalmente non ho intenzione di cedere ai vari stimoli esterni. Scrivere in POV per esempio, o genericamente in prima persona e al presente, non fa per me. Io sono “vecchia dentro” e ho scelto la terza persona con narratore onnisciente e al passato. Complicato?
Forse, ma l’italiano è una lingua meravigliosa che ci permette tutto e il contrario di tutto, quindi io insisto a seguire la mia strada.
Quali sono i consigli che darebbe a chi vuole intraprendere la carriera di scrittore?
Decidere cosa si vuole fare da grandi, essere preparati a sentire caterve di no, di rifiuti e di critiche. Non tutti (quasi nessuno) riesce al primo colpo. Io stessa sono ancora in lotta per conquistare qualche lettore in più. L’importante è credere a quello che si fa, accettare le critiche costruttive e imparare la lezione per potersi migliorare. Ogni cosa che vale la pena è un costante lavoro su se stessi. Non sarà facile, ci saranno momenti no… mai fermarsi.
Quali sono i suoi progetti futuri?
Non smetto mai di scrivere. Il prossimo libro sarà ancora una volta un MM, ma questa volta c’entrerà la reincarnazione… mi affascina tutto ciò che riguarda l’ipotesi di vite precedenti. E giuro e spergiuro che farò del mio meglio per editare l’ultimo volumetto della trilogia SCI-FI. Devo anche riuscire a fare dei lavoretti di contorno… come sistemare il sito personale. Ce la farò!
Quali sono i suoi autori preferiti?
Per quanto riguarda il mondo della Fantascienza passo da Isaac Asimov a Philip Dick. Per il fantasy sicuramente David Eddings e e David Gemmels. Se passiamo al thriller/horror esiste solo il maestro. Stephen King. Nel mondo dei romance la migliore in assoluto è Nora Roberts. Più in generale amo le storie complesse, quindi una delle trilogie che più amo, resa in serie TV ma preferisco i libri, è La Trilogia delle Anime di Deborah Harkness.
Qual è il libro che ha letto più di recente?
Da qualche tempo leggo molto i thriller asiatici, che per un’ovvia distanza di background mi danno più grattacapi di quelli occidentali nello scoprire cosa succede e chi sono i colpevoli. Quindi di recente ho letto il terzo libro di una serie poliziesca cinese (in inglese): S.C.I. Mystery Special Criminal Investigation.
Qual è il suo rapporto con i social media?
Da migliorare. Sono troppo legata a FB che oramai sta lasciando sempre più spazio ad altri social, Tik Tok in primis. Sto cercando di aggiornarmi.
Qual è il suo messaggio per i lettori?
Se anche non vi interessa quello che scrivo io, vi prego di dare una possibilità agli esordienti italiani. Ci sono tantissimi libri eccellenti che vengono spesso ignorati per i motivi più disparati. Noi italiani siamo esterofili, spesso si cerca il nome straniero, soprattutto inglese, e si tralasciano molti nostri connazionali. Date una chance anche a quelli che hanno scelto di non usare uno pseudonimo e metterci la faccia. I libri sono l’evasione migliore in mondi che non ci si aspetta, ma ci permettono anche di scoprire realtà che nemmeno consideriamo. Mai allontanarsi dalla pagina scritta.
La Fata del Faro di Martina Tognon
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